A Svizzy, Chiavenna è piaciuta molto e avrebbe voluto rimanere ancora un po’, magari per visitare le grotte di S. Antonio, ma il nostro programma di viaggio alla scoperta della Via Spluga era ancora lungo e dovevamo prendere l’autobus della STPS che ci avrebbe fatto entrare in Svizzera nel Canton Grigioni scavallando il Passo dello Spluga fino al paese che gli dà il nome: Splügen.
Svizzy, sempre comodino, ha approfittato del fatto che la Statale 36, in Italia, e la Splügenpassstrasse, in Svizzera, percorrono un tracciato panoramico e – soprattutto – sono servite da un ottimo servizio di trasporto pubblico per accomodarsi nei posti davanti dell’autobus che, tre volte al giorno, porta da Chiavenna a Splügen – la seconda tappa del nostro viaggio – in circa due ore. Noi siamo partiti alle 14:35, in modo da goderci ancora la mattinata in città e di arrivare a destinazione a metà pomeriggio. La strada verso il passo sale costeggiando il torrente Liro tra i boschi, regolarmente e dolcemente, anche se ci sono molti tornanti, per l’esattezza 72 tra i due capilinea! Dopo Campodolcino l’autobus fa una breve deviazione per raggiungere Madesimo, una famosa località sciistica, siamo già abbastanza alti, circa 1’500 metri.
Il Passo dello Spluga geograficamente divide le Alpi Occidentali (Lepontine) dalle Alpi Orientali (Retiche); è considerato uno dei valichi alpini più panoramici. Lo sguardo spazia libero sulle cime del Pizzo Tambò (3’279 metri), del Pizzo Suretta (3’027 metri), del Piz Por (3’028 metri) e sulla Rheinwald…
È l’architettura tipica degli edifici a raccontare la storia di Splügen. Anzi, le storie. La prima è quella delle comunità walser che nell’Alto Medioevo giunsero fin qui provenienti dall’Alto Vallese. Le loro case hanno una forma particolare, unica nell’arco alpino. Al piano terreno, la stalla e la cucina sono costruite in pietra. Il primo piano dove ci sono il soggiorno (schtuba) e la camera da letto e il secondo – sotto il tetto – adibito a deposito e fienile, sono in legno, così come le balconate esterne (schopf) che corrono intorno alla casa e sono coperte dal tetto ricoperto da piode in pietra. Erano utilizzate per essiccare segale, canapa e altri prodotti.
Come Chiavenna, Splügen, deve la sua fortuna alla posizione sulle vie di transito delle merci e, come la cittadina lombarda fino all’inaugurazione della ferrovia del Gottardo era tutto un fiorire di botteghe, locande e stalle per i trasportatori e i loro animali. Si calcola che potevano essere ospitati fino a 400 cavalli per volta in tutto il borgo! I commercianti più ricchi avevano palazzi sontuosi, come quello settecentesco della famiglia von Schorch che oggi è il museo di storia locale.
Passeggiando per il nucleo storico abbiamo capito perché Splügen è uno dei 50Borghi più belli della Svizzera. Sorge su una collina dove il torrente Stutzbach si getta impetuosamente nel Reno. Ci sono diversi punti panoramici da dove scattare delle belle fotografie e che mostrano la struttura del Borgo. Gli edifici più massicci si trovano in fila lungo una ripida stradina chiamata Susta, nell’Oberdorf, (la parte alta di Splügen) vicino al torrente e raccontano chiaramente dove erano i luoghi di sosta delle carovane.