L’Alpenhorn, il Corno delle Alpi, è certamente uno dei simboli della Svizzera, il suo suono potente e inconfondibile, la sua forma e le dimensioni caratteristiche che lo rassomigliano a una pipa gigante (raggiunge i tre metri di lunghezza) lo rendono immediantamente riconoscibile. È uno strumento a fiato di antica origine, alcuni lo fanno addirittura risalire al Lituus degli antichi romani basandosi sulla forma comune e da un termine dialettale del Cantone di Obwalden (OB) “Liti” che significa, appunto: Alphorn.
L’Alphorn è uno strumento semplice come forma. Anticamente era ricavato da un pezzo unico di pino o di abete con la curvatura naturale della base del tronco. Il legno veniva scavato all’interno con un attrezzo speciale e poi smerigliato all’esterno per renderlo rotondo e liscio. Al giorno d’oggi, per motivi di praticità di trasporto, lo strumento è costruito da differenti pezzi di legno che si incastrano tra loro con delle guarnizioni in ottone. Addirittura, c’è una ditta a Yverdon-les-Bains in Canton Vaud (VD) che li fabbrica in fibra di carbonio, leggerissimi.
L’Alphorn è difficile da suonare. Appartiene alla classe dei “Labrofoni” perché le note si modulano modificando la posizione delle labbra sul bocchino, in legno, costruito con una particolare forma a cupola. In poche parole, soffiando semplicemente dentro lo strumento non si ottiene alcun suono, il suono lo si crea già in bocca e lo strumento lo amplifica. E lo amplifica così tanto che in taluni casi si ode anche a sei chilometri di distanza.
Suoni armonici naturali
Il suono dell’Alphorn è particolare, per la potenza, per il timbro ma soprattutto per i suoi armonici naturali. Per capire di cosa si tratta bisogna pensare a come è costruito lo strumento. Il fatto di essere un pezzo unico senza aperture laterali, rende l’Alphorn un po’ come una canna d’organo: emette cioé una sola nota di base (generalmente è accordato in Sol o Fa) e i suoi armonici naturali, cioè quei suoni che sono in rapporto matematico con quello principale. Ecco perché la voce dell’Alphorn è così ricca. La maestria del musicista riuscirà a produrre le altre note della moderna scala musicale cromatica (do-re-mi-fa-sol-la-si-do) anche se con qualche scostamento di intonazione. Se volete provare a imparare a suonare l’alphorn, esiste un sito specializzato (in inglese) con lezioni filmate: www.learnalphorn.com.
Strumento musicale o mezzo di segnalazione? L’Alphorn è un po’ entrambi. Certamente era utilizzato dai contadini e dai pastori delle valli svizzere per mandare messaggi a grandi distanze, Segnali di allarme, di richiesta di aiuto, ma anche per tranquillizzare le mandrie sugli alpeggi e per indicare le varie attività della giornata come, per esempio, il momento della mungitura e perfino utilizzato al posto delle costose campane. D’altra parte, suonare l’alphorn è anche un piacere, una tradizione che si tramanda di padre in figlio da secoli. Esiste anche una letteratura di musiche composte o ispirate dall’Alphorn, sia popolare, ogni valle ha la sua melodia “Kuhreihen”, una specie di linguaggio musicale comune, sia “seria”. Leopold Mozart (il padre di Wolfgang) scrisse una “Sinfonia Pastorella” per lo strumento, Rossini utilizzò nella sua opera “Guglielmo Tell” la “Ranz des Vaches”, una melodia tradizionale eseguita sovente all’alphorn; anche Brahms dichiarò nella musica udita in Svizzera sull’alphorn la fonte di ispirazione per alcuni suoi temi. Oggi, in Svizzera ci sono circa 4.000 suonatori di Alphorn.