Volare in mongolfiera era un’esperienza che non avevo mai provato prima. Il mio battesimo dell’aria è avvenuto in Appenzell, in una splendida mattina d’estate. Le condizioni migliori per il volo sono proprio nelle prime ore del giorno. Perciò, sveglia prima dell’alba per le operazioni preliminari, montare la struttura del cesto e del pallone e gonfiarlo con l’aria calda. L’operazione non è particolarmente complessa ma richiede un po’ di tempo e tutto deve essere fatto con ordine.
Un bruciatore riscalda l’aria prodotta da un grande e potente ventilatore che viene così soffiata all’interno del pallone. Una volta gonfio il grande globo multicolore si staglia verso il cielo pronto al decollo. Tutti a bordo e il pilota molla finalmente gli ormeggi. Ormai si è fatto giorno e la nebbiolina dell’aurora si dissolve pian piano. Cominciamo a salire. L’effetto è quello dell’ascensore, una salita verticale e dolce.
Il lieve timore iniziale dovuto al mezzo sconosciuto lascia subito posto allo stupore e all’emozione; al silenzio rotto solamente ogni tanto dal forte sibilo del bruciatore che mantiene il riscaldamento dell’aria. Una volta in volo il pilota può solo decidere la quota. La direzione e la velocità le decide il vento. L’abilità del pilota è quella di riuscire a trovare le correnti giuste che portano il pallone nella direzione voluta.
Durante il mio volo non dovevamo andare in giro per il Cantone ma solo godere dall’alto un panorama splendido. Inoltre, di prima mattina la luce radente e non violenta è perfetta per scattare fotografie, i colori sono nitidi e contrastati e le ombre ancora lunghe. Sotto i nostri piedi c’era Appenzell.
Vista dall’alto sembra ancora più minuscola e il centro abitato lascia subito il posto ai suoi dintorni. La linea ferroviaria sulla quale corre un convoglio rosso taglia il verde dei prati come quando da bambini giocavamo con il trenino elettrico e le montagne stanno sullo sfondo, come una cornice presente ma non opprimente.
Il famoso monte Säntis è riconoscibile per la stazione meteorologica, una delle più importanti delle Alpi, costruita sulla sua sommità e spicca perché, con i suoi 2.502 metri, è il più alto della regione ed è il simbolo stesso dei due cantoni nei quali è suddiviso l’Appenzell: Innenroden e Aussenroden: Interno ed Esterno. Dalla cima di questo monte è possibile vedere sei Paesi: Svizzera, Germania, Liechtenstein, Austria, Francia e Italia, noi in pallone non siamo saliti così in alto ma l’esperienza è stata lo stesso emozionante.
(Graziano Capponago del Monte)
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